[Recensione – PC – PS3 – X360] Fallout 3
Capolavoro indiscusso? Scopri tutto su Fallout 3, il nuovo gioco targato Atari!
Genere: Gioco di ruolo
Produttore: Atari
Sviluppatore: Bethesda Softworks
Distributore: Atari
Lingua: Completamente in italiano
Giocatori: 1
"Sarà un Oblivion con armi da fuoco." Questa è, senza alcunombra di dubbio, la frase che più abbiamo letto da quando Bethesda annunciò lo sviluppo di Fallout 3. Una paura che condividevano i seguaci della saga, vedendo come un RPG classico a prospettiva isometrica si trasformasse in un ibrido di FPS e RPG con combattimenti in tempo reale. In parte non si hanno tutti i torti, perché c’è molto in Fallout 3 che segue le orme di Oblivion, nonostante questo, però, ci sono ricche sfumature che lo differiscono dallultimo capitolo della serie Elder Scroll. Sfumature che lo trasformano in un titolo più ricco e completo.
Il pilastro basilare sul quale si sostenta Fallout 3 è una rappresentazione incredibilmente realistica ed estesa di una Washington ridotta a rottami per colpa di una guerra nucleare. Questo era chiaro sin dal suo annuncio. È un mondo post-apocalittico creato con un design artistico sublime, denso di segreti e dettagli, ove continuamente si scoprono nuove sotto-trame e personaggi stravaganti. Non è esagerato affermare che ci troviamo davanti ad uno dei mondi virtuali più lavorati e completi che siano stati creati finora.
Una rappresentazione abbastanza curiosa, per dirla tutta. Fallout ci mostra unAmerica ancorata nell’estetica retrò e nelle norme sociali degli anni 50, ma in pieno 2077, con tutto quello che tale data può far salire alla mente: robot domestici nelle case, automobili che funzionano ad energia a fusione ed armi laser. Ironicamente i computer sono più tipo anni 70, coi loro monitor catodici e interfaccia matrix style. Queste due differenti epoche sono così propriamente amalgamate tra loro tanta sarà lemozione che si prova una volta messi i piedi fuori dal Vault.
Il disastro incomincia a forgiarsi 180 anni prima della nascita del protagonista principale, dietro una guerra nucleare causata per l’invasione cinese dell’Alaska e che ha ridotto il mondo a rottami. A proteggere la restante porzione della popolazione è un bunker chiamato Vault 101, dal quale nessuno esce e può uscire, e dove inizieremo la nostra avventura. Le fasi iniziali del gioco ci guideranno attraverso i primi 19 anni di vita delleroe di turno, dal primo compleanno fino alladolescenza, passando per le prime scaramucce con altri ragazzi che abitano nel rifugio nucleare. Tuttavia, non passa molto tempo prima che succeda qualcosa che faccia cambiare volto alla vita del giovane. Infatti nostro padre scapperà dal Vault 101 e toccherà a noi mettere piede fuori dal bunker per cercarlo.
Una volta all’esterno scopriremo un mondo in rovina, nel quale prevale la legge della sopravvivenza, un mondo senza compassione e nel quale i deboli non hanno posto. Sebbene allinizio conservi alcune similitudini con la fuga dalle prigioni sotterranee di Picard in Oblivion, non troveremo, andando avanti, lussureggianti boschi verdi, bensì uno scenario grigio e deprimente che spaventa per il suo realismo, per il suo design, lidea di come potrebbe essere nella realtà.
Ma quello che fa davvero speciale Fallout 3 è la completa libertà con la quale potremo affrontare la sopravvivenza nel suo inospitale territorio. Una libertà che colpisce quasi tutte le aree del gioco, dall’esplorazione al combattimento, passando per la risoluzione di puzzle o il maneggio del nostro inventario. Prendiamo, per esempio, una situazione nel quale dobbiamo superare la vigilanza presente dinanzi ad un luogo per noi di interesse ma dove laccesso è vietato. Potremmo optare per la via più facile ed attaccarlo con l’arma più potente che abbiamo in quel momento. O magari potremo parlare con lui e tentare di ingannarlo affinché ci lasci entrare. Perfino potremo avvicinarci segretamente alle sue spalle, nascondergli una granata nella tasca e detonarla da una distanza prudenziale. Sono solo tre modi diversi per affrontare lo stesso problema, ma la cosa certa è che il gioco ci metterà dinanzi tante altre soluzioni.
Tutto ciò è possibile grazie ad uninterfaccia riciclata da Oblivion e migliorata in tutto e per tutto. Ribattezzata qui come Pip-Boy 3000, prende la forma di un gadget che otterremo all’inizio del gioco, e dal quale possiamo gestire non solo l’inventario e le armi, bensì la mappa della città, lo stato di salute del protagonista e lavanzamento delle missioni. La navigazione dei menù è rapida ed intuitiva, un aspetto del quale molti altri giochi dovrebbero prendere esempio.
Il sistema di combattimento è probabilmente uno dei punti più ispirati in Fallout 3. Basato su una telecamera in prima persona, con la possibilità di poterne scegliere una in terza, all’inizio può sembrare simile a quello di un FPS, fino a che non si scopre la bontà del sistema V.A.T.S. (Vault-Tec Assisted Targeting System).
Questultimo ci permette di mostrare i combattimenti sotto un punto di vista molto più cinematico e spettacolare. Si aggiunge una grande componente strategica. Eseguendolo, l’azione passa in pausa e si mostrano i differenti punti del corpo al quale possiamo attaccare, insieme alle percentuali di riuscita e altri aiuti che ci permetteranno di scegliere la migliore opzione. Come da regolamento avremo sufficienti punti di azione per realizzare tre attacchi utilizzando il V.A.T.S., prima che il combattimento torni in tempo reale ed i punti di azione si ricarichino.
Questa dualità tra combattimenti a turni ed in tempo reale porta a realizzare un uso intelligente e moderato del V.A.T.S., normalmente alternando attacchi lontani e nascosti prima che i nemici possano scagliarsi contro noi. Va menzionato il problema della carenza di munizioni, che ci obbliga a essere estremamente attenti e precisi. Forse questo approccio può essere frustrante per i giocatori di FPS tradizionali, perché la lotta contro il tempo è troppo veloce e brutale, ma l’inserimento del VATS contribuisce a fare una differenza significativa tra Fallout 3 e altri giochi di tale genere.
Come ogni buon gioco di ruolo, Fallout 3 dà al giocatore una serie di strumenti per personalizzare i vari attributi e le esperienze acquisite nel corso dellavventura. Si è mantenuto il sistema S.P.E.C.I.A.L. dei precedenti titoli della serie. I punti guadagnati dovranno essere distribuiti tra sette abilità principali, che in seguito sbloccheranno svariate altre qualità per il giocatore, come: specializzazione con determinati tipi di armi, l’aumento della capacità dellinventario (minacciato continuamente dal leccessivo peso di armi e tute), nuove opzioni di dialogo, ecc. Ma è importante notare che il livello massimo a cui si può aspirare è il 20, dopo tale livello i combattimenti cominceranno ad essere troppo semplici. Nota negativa sta nelle opzioni di personalizzazione, molto meno esaustive rispetto agli ultimi due Fallout.
La domanda che i fan della saga più si sono posti, è se questo terzo capitolo di Bethesda è riuscito a mantenere il livello di eccellenza nel plot. La risposta è, purtroppo, no; anche se ci si arriva molto vicino. Ad esempio, una delle caratteristiche più ricordate dei precedenti capitoli è il continuo riferirsi a elementi della cultura popolare di oggi, qualcosa che in Fallout 3 è praticamente scomparso. Ma nel complesso si può dire che il lavoro degli sceneggiatori è stato buono, sia nella storia, sia nei colloqui che si tengono con gli abitanti della città. Naturalmente è presente ancora quel senso di moralità, la reale possibilità di scegliere diversi percorsi tra il bene e il male, tra l’egoismo della nostra stessa sopravvivenza, o il tentativo di sacrificio, al fine di ottenere una seconda possibilità per l’umanità in declino.
La prima città che incontreremo, Megaton, è inquietante, nasconde bar, negozi e anche un piccolo culto religioso, un perfetto terreno fertile per iniziare a costruire il nostro destino. Più avanti ad essa si trovano missioni secondarie, alcune delle quali anche in contraddizione con altre e ci obbligano a prendere decisioni che possono portare alla distruzione della città o della sua conservazione.
Tecnicamente Fallout 3 è tutto ciò di cui si potrebbe aspettare da una nuova generazione di gioco. La sua vastità non fa calare esageratamente il dettaglio (come era invece apparso in Oblivion dove le textures in lontananza apparivano al quanto slavate), le varie location sono tutte rappresentate con grande fedeltà attraverso l’uso di una versione avanzata del motore del già citato Oblivion. Ma come è stato per il precedente titolo di Bethesda, è anche l’origine dei peggiori aspetti di Fallout 3: la terza persona è qualcosa di inguardabile. E’ inspiegabile che, dopo i feed ricevuti dagli sviluppatori, non sia migliorata in modo da non dare la sensazione di essere al di sopra di un manto ghiacciato. Altro difetto risiede nelle animazioni, che se pur meno grossolane, sono da rendere più realistiche, seppur le scene al rallenty in caso di headshot o colpi letali sono veramente apprezzabili da ogni inquadratura. La cosa più frustrante è che giocare in terza persona non aggiunge nulla di che al gioco, e avrebbe potuto essere rimossa senza problemi, eliminando alla radice una delle pecche più evidenti del gioco.
Laudio è degno di nota, anche perché aiutato da unatmosfera veramente unica. Audio che ci terrà compagnia anche durante le nostre escursioni nella cosiddetta Zona Contaminata, dove potremo ascoltare brani originali e ben realizzati attraverso la radio del fido Pip-Boy 3000. Da menzionare anche i diversi effetti sonori che si propagano durante i combattimenti.
Il problema principale che potrebbe avere un gioco del genere è larrivare alla noia di svolgere azioni ripetitive. Fallout 3 fortunatamente non deve farne i conti; la sensazione che il mondo ruoti attorno alle decisioni del nostro personaggio infatti, sono accentuate sempre più dalla possibilità di adempire a missioni secondarie esilaranti e mai banali. La main quest è molto semplice da portare a termine e soprattutto non richiede eccessiva esplorazione e può essere seguita senza dover svolgere sub-quest particolari, ma così facendo si perde tutto ciò che nasconde il gigante di Bethesda, anche perché qualora si decidesse di completare anche le quest secondarie, si dovrebbe ricominciare il gioco da capo. Anche dopo decine di ore di gioco ci saranno nuove aree da scoprire, nuovi personaggi e nuovi segreti. Dovendo dare una stima piuttosto approssimata, le missioni principali, comprese le secondarie , offrono più di 60 ore di gioco, da aggiungere poi i contenuti scaricabili che verranno rilasciati a breve dagli sviluppatori (esclusivamente per Xbox 360).
In ogni caso, il risultato finale ottenuto da Bethesda è eccellente, e merita di essere riconosciuto come uno dei migliori giochi di quest’anno; non a caso a pochi giorni dalla sua uscita è già pluripremiato e candidato a GOTY 2008. Il gameplay è stato adattato in modo perfetto sia per i neofiti che per gli appassionati della saga: in primis il V.A.T.S. è risultato uno dei migliori sistemi di combattimento che sono stati mai visti in un RPG negli ultimi anni e l’ambizione e la cura messa in questo scenario post-apocalittico rendono Fallout 3 uno dei più raccomandati titoli del momento.
Pagella
Grafica: 8.5
Sonoro: 9.0
Giocabilità: 9.0
Longevità: 9.5
Totale: 9.2