Recensione di Machinarium

Molto di più del classico videogioco! Abbiamo recensito Machinarium, un indie game destinato a fare scintille. (Segue su leggi tutto)

 

Quando un giocatore di vecchia data si trova di fronte ad una produzione indipendente, nell’era delle spese folli e dei team di sviluppo formati da centinaia di programmatori, c’è sempre grande attesa e fibrillazione. Machinarium è infatti un punta e clicca in flash rilasciato dalla Amanita Design, software house formata da una decina di programmatori originari della Repubblica Ceca. Quello che abbiamo sotto mano è il primo vero grande progetto del team, che prima d’ora si era fatto le ossa con altri interessanti produzioni minori.

 

Subito veniamo colpiti dalla semplicità del gioco e dall’evocativa ambientazione. La prima schermata mostra infatti una navicella per rifiuti che getta in discarica il nostro protagonista: un robottino sgangherato dallo sguardo simpatico. Da qui comincerà un’epopea in cui dovremo cercare di riportare il nostro eroe a casa. L’ambientazione, come annunciato, è completamente “metallo-robotica”, fatiscente, in declino, molto affascinante e fortemente simbolica.

 

 

La trama, costituita da varie scenette (o schemi), spesso molto divertenti, è narrata attraverso due espedienti: direttamente con i gesti e le azioni dei protagonisti, oppure con le tipiche “nuvolette-pensiero”, che appaiono e delineano situazioni e “discorsi”, esplicitati attraverso stilizzate figure in movimento nelle nuvolette stesse, con un uso magistrale del disegno a mano. Eh sì avete capito bene, è tutto disegnato a mano, ogni singola ambientazione è frutto della fatica e del genio di questi artisti del pennello. Ed è impressionante come riescano a renderci partecipi delle situazioni attraverso l’uso delle espressioni e della gestualità dei personaggi, che, in quanto robot, a logica non dovrebbero far trasparire emozioni. Al contrario riusciamo addirittura ad immedesimarci in quei buffi omini di latta fino a provare simpatia per loro, ben lieti di trovarci a spendere insieme ore ed ore del nostro tempo. Nessuno stupore quindi nel capire come il gioco si sia guadagnato il premio “Excellence in Visual Art award” all’Indipendent Games Festival.

 

 

Il sonoro è composto da melodie di sottofondo molto ispirate, condite da suoni e rumori tipici per ciascuno schema; il tutto è perfettamente conforme con lo stile del gioco e rende ancor più intrigante la nostra avventura in questo piccolo grande mondo.

 

 

Gli enigmi da risolvere sono abbastanza vari, ed al fianco di situazioni classiche o prevedibili, vi sono situazioni particolarmente innovative e fantasiose. Possiamo infatti spostarci in diversi punti prestabiliti dello schema, possiamo alzare ed abbassare il robot come fosse una molla per fargli raggiungere posti altrimenti inaccessibili, possiamo interagire con l’ambiente, con altri personaggi e, ovviamente, con i vari oggetti, spesso combinabili fra loro. Il menù oggetti è un comodo scroll che si srotola dall’alto, tuttavia soffre di un fastidioso difetto: quando prendiamo un oggetto non possiamo riporlo direttamente premendo un tasto, dobbiamo riportarlo al suo posto nel menù, cosa che fa perdere tempo e magari anche un po’ di pazienza se si è fermi da tempo sullo stesso schema, in ogni caso nulla di insormontabile.

Il gioco dispone del classico sistema di “hints”, ossia è possibile fare apparire una nuvoletta-pensiero, con l’apposito tasto (lampadina), nel menù, per avere un piccolo indizio che aiuti a partire col piede giusto, ma da lì in avanti bisognerà cavarsela da soli. Se proprio siamo disperati, tuttavia, il gioco ci consente di poter avere la soluzione completa dello schema, offerta dall’apposito tasto. Una volta premuto, ci troveremo davanti ad un libro chiuso con un lucchetto a display: per aprirlo è necessario superare un minigioco della tipologia sparatutto orizzontale, in cui si guida una chiave nella serratura passando per vari ostacoli da schivare e ragnetti a cui sparare. Una soluzione divertente ed azzeccata, contando che, quando il libro si aprirà, non ci troveremo davanti al solito testo con la soluzione, ma ad una serie di simpatiche vignette più che esplicative.

 

La longevità chiaramente è subordinata alla voglia che ciascuno ha di riflettere con calma e godersi l’avventura con pazienza, in ogni caso 5 o 6 ore di gioco sono garantite, così come è garantita la soddisfazione nel risolvere un enigma particolarmente ostico, senza scordare il divertimento nello scoprire man mano la genialità e la comicità di tutti gli schemi, con le relative soluzioni.

 

 

A tutto questo aggiungiamo un prezzo molto allettante di circa 20 euro, dei quali vale ogni singolo centesimo.

 

In conclusione Machinarium non è solo un gioco, è una favola moderna, stupenda e visionaria, divertente e coinvolgente, che lascerà certamente un segno nella vostro duro cuore da videogiocatore, se gliene darete l’opportunità.

Pagella

Grafica: 9,5 

Sonoro: 9,5 

Giocabilità: 8 

Longevità: 7

Complessivo: 9