Recensione Call of Duty Modern Warfare 2
Ancora un capolavoro o una delusione? Scoprilo nella nostra recensione! (segue…)
L’espressione Guerra totale non è mai stata così azzeccata. Un gioco esagerato, perfettamente in linea con il suo diretto predecessore, che si presenta subito in tutto il suo patriottismo: già dalle interessanti frasi scelte per le schermate di caricamento ci rendiamo conto di una certa impostazione di fondo. I soldati sono visti come superuomini in lotta per il bene, in grado di compiere sortite efficaci quanto spettacolari. Ed è proprio questo ciò di cui ci occuperemo: rimbalzati da una parte all’altra del globo, tenteremo di salvare il mondo in missioni ad alto rischio adatte solo ad una élite di soldati super-addestrati. La rappresentazione del conflitto risulta comunque realistica e ben studiata, evitando i cliché del soldato-robocop che spara in campo aperto crivellando orde di nemici.
Le sequenze e le ambientazioni sono molto ispirate e ricordano quelle di un kolossal cinematografico fantapolitico-catastrofico, con tutta la loro drammaticità. Alcuni episodi della trama si insinueranno velocemente nella nostra mente, facendoci inserire completamente nella situazione, fino a diventare parte integrante di essa, come testimonia l’arrivo nelle favelas: pochi secondi di concitazione e sorpresa, in auto, nascosti dietro al cruscotto insanguinato, ed è come se fossimo dei veterani pronti all’azione. Gli eventi si susseguono pieni di adrenalina, con riprese mozzafiato e sequenze originali, impregnate di eventi improvvisi, che ci portano a scostarci dal solito spara-nasconditi-ricarica-spara, in favore di un approccio molto più narrativo e coinvolgente, nonché super-spettacolare, portando all’estremo ciò che già si era visto nel primo Modern Warfare.
Proprio questo potrebbe però essere un problema per i navigati hardcore gamers. La sostanza dei fatti è che la trama in single player, così pensata, oltre a risultare insolitamente corta, pare proprio un gigantesco racconto interattivo, fatto per stupirci con sequenze stupefacenti, colpi di scena e situazioni al limite dell’impossibile, anziché essere la modalità base di uno sparatutto difficile e longevo. Una volta finito il gioco ci verranno comunque in aiuto le special ops, ossia operazioni da svolgere in ambientazioni riproposte dalla trama in singolo, completabili da soli o con altri giocatori, con determinati obiettivi. Risulta chiaro come questa impostazione di fondo sia proprio una scelta mirata della software house stessa: un single player relativamente breve, ma incredibilmente intenso, che emoziona il giocatore completamente, lasciandolo a bocca aperta, che tuttavia si spegne velocemente in favore del multiplayer online, il quale però, nella versione PC, soffre di alcuni problemi di cui parleremo in seguito.
I compagni guidati dal computer, che ci faranno compagnia nelle varie missioni, sono abbastanza validi, in particolare eliminano i nemici senza problemi, non sono particolarmente d’intralcio e vi seguono al volo (fatta eccezione per il fastidioso problema del Sgt. Foley, che spesso rimane indietro nel momento in cui c’è da recuperare l’intelligence nella missione Exodus, obbligandoci ad andare a riprenderlo).
I soldati nemici sono invece dei degni avversari, poiché non sparano a casaccio completamente scoperti, anzi, ci attaccano da vari lati, ci circondano sfruttando il territorio (vedi le favelas), ci sparano aprendo leggermente le porte o facendo capolino da zone insospettabili, e cercano di eliminarci anche in punto di morte. Le reazioni alla battaglia sono infatti molto umane e realistiche: è impressionante vedere i corpi dei nemici che si trascinano verso la loro arma perduta per tentare di darci il loro commiato prima di spegnersi in preda alle convulsioni. In questo contesto di rappresentazione realistica del dolore ricordiamo anche la allucinante sequenza dell’aeroporto, non a caso segnalata come disturbing content: una delle sequenze più crude della storia dei videogame, soprattutto psicologicamente, per il taglio con cui è presentata, che non può non lasciarvi di stucco.
Le ambientazioni sono studiate in ogni minimo dettaglio per trasmetterci la drammaticità di un conflitto ormai sfuggito di mano, al quale noi cercheremo di porre rimedio, rimanendo sconcertati insieme ai protagonisti di fronte a cotanta distruzione.
Per poter realizzare tutto ciò i ragazzi della Infinity Ward hanno deciso di puntare molto su una grafica fortemente evocativa, che potesse far strabuzzare gli occhi e rendesse onore all’epicità degli avvenimenti, e su ambientazioni spettacolari e ben strutturate. Possiamo dire con certezza che la missione è stata compiuta alla grande: ci troveremo di fronte a paesaggi da far venire la pelle d’oca (vedi l’arrivo in elicottero al gulag), effetti di luce sorprendenti (vedi la missione I due soli) e dettagli generalmente ben curati lungo tutto il nostro percorso. Agenti atmosferici, esplosioni, oggetti che saltano in aria, tutto un mondo vivo e pulsante attorno a noi, con cui interagire ed al quale adattarsi. Non manca tuttavia qualcosa che suona senza dubbio fuori posto: riscontriamo ogni tanto i classici e fastidiosi fili d’erba piatti e compenetrabili, che stonano in maniera orribile con tutto il resto, e qualche oggetto con una fisica che si può eufemisticamente definire particolare (come ad esempio un pallone da calcio che rimbalza se colpito dai proiettili ).
Da segnalare l’ottimo effetto del sangue che schizza su schermo quando si è colpiti, anziché la solita schermata che si colora semplicemente di rosso, l’abbagliamento dopo l’esplosione della stun grenade, il bullet time durante le breach, e più in generale gli effetti tipici di alcune sequenze particolari, che scoprirete proseguendo nel gioco.
Ovviamente anche il sonoro non poteva essere da meno: in effetti le musiche di sottofondo sono perfettamente azzeccate e rendono l’esperienza veramente unica, poiché riescono a trasmettere, se possibile, ancora più pathos all’azione. A questo aggiungiamo, oltre che chiaramente gli ottimi effetti sonori della battaglia in sé, un continuo contatto via radio tra noi ed i nostri compagni, che ci tiene nel vivo della battaglia e ci fa veramente sembrare di lottare assieme a loro per la salvezza comune.
Veniamo però alle note dolenti a cui si accennava prima: il multiplayer. Ciò che doveva essere uno dei punti di forza della versione PC, risulta invece un clamoroso passo indietro nella serie. Ovviamente tutto ciò che si è detto di bello per la versione single player vale anche in multiplayer, tuttavia è stata tolta l’anima di questa modalità, ossia server dedicati e mod. Mentre su console spesso possiamo accettare questo compromesso, in questo caso è totalmente inaccettabile. La mancanza di server dedicati rende infatti il gioco molto più esposto ai tipici problemi di lagging, crash e chi più ne ha più ne metta. Inoltre in questo modo non risulta possibile creare mappe personalizzate, rimanendo ancorati a quelle fornite dagli sviluppatori, magari acquistando pacchetti aggiuntivi, che, possiamo immaginare, saranno a pagamento. Insomma, una grandissima delusione, perché dalle basi da cui si era partiti, poteva venire fuori qualcosa di epico anche in multiplayer.
Detto questo, ci sembra scontato aggiungere una nota di demerito per il prezzo: la versione PC costa quanto quella console, ed ha un multiplayer mutilato rispetto agli altri esponenti del genere.
In conclusione, Modern Warfare 2 è un gioco epico, che vi farà provare grandi emozioni in single player, lasciandovi di stucco ancor più del suo predecessore, tuttavia rimane un briciolo di amarezza perché sembra che si sia persa l’occasione di creare lo sparatutto definitivo, inserendo un multiplayer rattoppato all’ultimo secondo, dando quindi poca rilevanza alla soddisfazione dei giocatori, in favore di una maggiore spesa per un marketing un po’ esagerato.
Pagella
Voto complessivo: 9.0